La nutraceutica nella degenerazione maculare legata all’età

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nutraceutici

Secondo i dati di Quintiles IMS Italia, con 41 euro di spesa media annua, gli italiani sono al primo posto in Europa nel consumo di prodotti nutraceutici, seguiti da Austria e Belgio (33 euro di spesa media annua pro-capite) in una classifica che vede la Francia fanalino di coda (12 euro).

In Italia i nutraceutici vengono prevalentemente acquistati dietro consiglio o prescrizione del medico curante, sia esso il medico di medicina generale che il medico specialista.

Questa è un’importante differenza rispetto ad altre nazioni, ad esempio gli Stati Uniti, in cui il mercato degli integratori è svincolato dal controllo medico, consentendo abusi importanti ed effetti nocivi sulla salute, tanto da indurre la Food and Drug Administration a lanciare una serie di alert per ridurre i rischi dell’autosomministrazione.

L’utilizzo di nutraceutici sotto l’egida del medico è un primo importante passo verso un’assunzione responsabile, funzionalmente sicura ed efficace di questi prodotti. In questi ultimi anni molto case farmaceutiche stanno cercando di testare l’efficacia e anche la sicurezza di un'assunzione prolungata di questi prodotti.

È importante che l’utente finale sia a conoscenza di quali prodotti abbiano sviluppato adeguate evidenze scientifiche con studi clinici non solo osservazionali ma anche prospettici.

In questo modo si vuole dare anche la giusta “dignità” alla nutraceutica che da qualifica di semplice supporto dietetico aspira a diventare una forma terapeutica “naturale”.

In ambito oculistico l’impiego di nutraceutici è ampiamente diffuso, in particolare nelle maculopatie legate all’età, nel glaucoma e nel dry eye.

Tipo di antiossidante
MineraliZinco, Rame
Caroteni (carotenoidi)β -Carotene, Licopene
Xantofille (carotenoidi)Luteina, Zeaxantina, Astaxantina
BioflavonoidiAntocianine, Quercitina, Rutina
VitamineA, C, E, gruppo B
Acidi grassi poli-insaturiOmega-3 (EPA-acido eicosapentaenoico, DHA-acido docosaenoico)
Tab. 1 - Tipologie di antiossidanti

 

Nella maculopatia legata all’età (AMD) gli antiossidanti utilizzati possono appartenere a diverse famiglie (vedi tabella 1). I più impiegati appartengono al gruppo dei carotenoidi, in particolare alle xantofille che a differenza dei caroteni (B-carotene e licopene) sono ampiamente presenti nella macula umana. La xantofilla più importante è la luteina presente in natura in diversi alimenti, soprattutto quelli colorati di giallo-arancione ma anche in numerose verdure a foglia larga.

L’AMD è una malattia in forte aumento fra la popolazione senile, strettamente correlata con l’aumento dell’aspettativa di vita, con una prevalenza che supera il 30% nella fascia di età al di sopra dei 70 anni. Può causare una forte riduzione dell’acuità visiva, anche bilaterale, rendendo impossibile la lettura, la guida e molte altre attività quotidiane. La maggior parte dei pazienti affetti da AMD vengono seguiti da ambulatori oculistici posti sul territorio e in alcune ASL esistono da anni percorsi diagnostico-terapeutici dedicati ai pazienti affetti da AMD.

La società scientifica GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi) nell’anno 2013 ha promosso uno studio clinico multicentrico controllato e randomizzato per valutare l’efficacia della somministrazione di integratori e antiossidanti nella prevenzione di forme evolute di maculopatia in pazienti con AMD di tipo intermedio secondo la classificazione AREDS.

È stato testato un integratore disponibile in commercio in Italia, contenente le principali xantofille (luteina, zeaxantina e astaxantina), zinco, rame, vitamine C ed E, oltre che gli acidi grassi omega 3. Lo studio, denominato Goal in AMD, è stato approvato dal comitato etico e si è svolto in otto centri italiani tutti localizzati sul territorio o in ospedali territoriali: Moncalieri (ASL TO5), Torino (ASL Città di Torino), Pisa (ASL Toscana Nord-Ovest), Arezzo (ASL Toscana Sud-Est), Roma (ASL Roma 2), Napoli (ASL 1 Centro), Conversano (ASL di Bari, presidio F.Iaia) e Nuoro – Olbia (ATS Sardegna).

L’elemento peculiare dello studio clinico Goal in AMD è stata la valutazione anche di parametri funzionali, come l’acuità visiva, soprattutto quella per vicino (non presente nel protocollo AREDS 2, costituendo un importante novità per trials clinici), che viene per prima colpita nelle maculopatie.

L’acuità visiva è stata misurata con ottotipi di tipo logaritmico, l’ETDRS per la valutazione a distanza e il MNRead per il vicino. Gli ottotipi con progressione logaritmica consentono una miglior definizione delle basse acuità visive e sono particolarmente indicati nei pazienti maculopatici. La retinografia a colori e l’autofluorescenza hanno completato gli accertamenti previsti per il follow up.

I risultati dopo due anni di follow up sono stati presentati al recente congresso Nutraceutica e Occhio tenutosi a Roma nell'ottobre scorso. Il gruppo sottoposto a terapia con antiossidanti ha dimostrato una stabilizzazione dell’AMD, valutata con retinografia e autofluorescenza, nel 98% dei casi; il gruppo di controllo (che assunse placebo) nell'81%, dimostrando una differenza statisticamente significativa al test di Fischer (p=0,05).

Quando venivano valutati in modo cumulativo tutti e tre i parametri esaminati (retinografia, acuità visiva per lontano e per vicino) la percentuale di pazienti che si manteneva stabile a 2 anni era il 100% nel gruppo trattato e l’88% nel gruppo di controllo, dimostrando una differenza statisticamente significativa (p=0,04).

Lo studio è ancora in corso e alcuni pazienti hanno già raggiunto 5 anni di follow up, eguagliando così il follow up dello studio AREDS. In conclusione gli autori dello studio affermano che una stabilizzazione significativa dell’AMD intermedia è possibile trattando i pazienti a rischio con un’integrazione adeguata e testata da diversi trials clinici, in primis gli studi AREDS, ma anche lo studio Goal in AMD.