Angiografia OCT ed anomalie vascolari nelle occlusioni vascolari retiniche

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Fig. 1 Caso di un paziente di 53 anni affetto da occlusione arteriosa di branca in occhio sinistro. A sinistra l’esame OCT mostra una perdita della fisiologica fossetta foveale ed un incremento dello spessore maculare centrale. A destra l’esame OCT-A mostra la presenza di una macular foveal capillaris (MFC). Cortesia del “Servizio di Retina Medica & Imaging”, responsabile Prof. Giuseppe Querques e Prof. Francesco Bandello, U.O. Oculistica, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano.

ABSTRACT

L’OCT-A è una metodica diagnostica non invasiva che analizza la vascolarizzazione retinica e le sue alterazioni, risultando utile nello studio delle patologie vascolari retiniche, in particolare nelle occlusioni vascolari retiniche.
Questa tecnica evidenzia aree di aumentata tortuosità vasale e di ridotta densità capillare mentre in regione foveale mostra peculiari alterazioni che vanno dall’allargamento della foveal avascular zone (FAZ) fino alla congestione capillare a seconda del network vascolare che viene analizzato.
Inoltre individua singolari reperti come la macular foveal capillaries (MFC), un’area di parziale o completa assenza della foveal avascular zone (FAZ) associata alla perdita della fisiologica fossetta foveale e ad un incremento dello spessore maculare centrale.
L’OCT-A è ormai presente nella pratica clinica di queste patologie e consente un’accurata analisi dei diversi network vascolari.

CASO CLINICO

L’optical coherence tomography angiography (OCT-A o angio OCT) è una moderna tecnica diagnostica, che ha ormai rivoluzionato lo studio delle patologie oculari.
È una metodica non invasiva ed altamente riproducibile che permette di visualizzare la vascolarizzazione retinica sfruttando il solo movimento del sangue nei vasi senza iniezione endovenosa di coloranti come invece accade nella fluorangiografia (FAG) e nell’angiografia al verde indocianina (ICG) [1].
L’OCT-A fornisce un’informazione tridimensionale del microcircolo della retina e della coroide a differenza della FAG e dell’ICG che mostrano solo immagini bidimensionali.
Questa tecnica, dunque, permette di studiare in maniera dettagliata il network vascolare, valutando separatamente i plessi retinici superficiale e profondo, la coriocapillare e la coroide [2].
Si rende maggiormente utile nel campo delle patologie vascolari retiniche in quanto mostra eventuali anomalie, fornendo così utili informazioni nella valutazione del quadro clinico [3].
L’OCT-A si rivela particolarmente utile nella diagnosi e nel follow up delle occlusioni vascolari retiniche in quanto consente la visualizzazione delle alterazioni microvascolari che finora veniva ostacolata dal leakage e dalla sovrapposizione del network capillare durante la FAG [4].
Nelle occlusioni vascolari peculiari alterazioni della vascolarizzazione foveale vengono rilevate sia nel network superficiale (aree di non perfusione capillare e multipli loops intraretinici) sia nel network profondo (congestione capillare) che in entrambi (allargamento della foveal avascular zone) [4].
La foveal avascular zone (FAZ) è un reperto vascolare particolarmente utile nei soggetti sani, si presenta come un’area priva di vascolarizzazione (di diametro tra i 500 ed i 600 µm), localizzata in regione foveale e circondata ai suoi margini dalle interconnessioni delle terminazioni capillari [5].
Quest’area riflette lo stato di salute della circolazione capillare retinica e la sua misurazione fornisce un valido aiuto nella diagnosi e nel management delle patologie vascolari retiniche [6].
Nelle occlusioni vascolari, grazie all’OCT-A, è possibile effettuare un’attenta analisi della FAZ e dei suoi cambiamenti rilevando non solo un frequente aumento delle sue dimensioni ma anche singolari reperti come la macular-foveal capillaries (MFC) [7].
Si tratta di un’area di completa o parziale assenza della FAZ evidenziata all’OCT-A come un network capillare poligonale o rettilineo che attraversando la regione maculare centralmente o eccentricamente si collega al circostante letto capillare retinico [8].
La letteratura riporta diversi casi di MFC associati a quadri oculari congenici od ereditari quali l’aniridia, l’albinismo, il microftalmo, l’acromatopsia e la retinopatia del prematuro [7].
Yeung et al. ha descritto questi casi anche in soggetti sani ed in patologie oculari acquisite come le occlusioni venose di branca, il distacco di retina ed il melanoma uveale maligno [8].
Un ulteriore studio, usando l’OCT-A, ha mostrato MFC nel plesso superficiale in alcuni casi che presentavano diverse patologie acquisite (occlusione arteriosa di branca, pucker maculare, edema maculare post vitrectomia ed intervento di cataratta) e mostravano una perdita della fisiologica fossetta foveale insieme ad un incremento dello spessore maculare centrale (fig.1) [7].

Fig. 1 Caso di un paziente di 53 anni affetto da occlusione arteriosa di branca in occhio sinistro. A sinistra l’esame OCT mostra una perdita della fisiologica fossetta foveale ed un incremento dello spessore maculare centrale. A destra l’esame OCT-A mostra la presenza di una macular foveal capillaris (MFC). Cortesia del “Servizio di Retina Medica & Imaging”, responsabile Prof. Giuseppe Querques e Prof. Francesco Bandello, U.O. Oculistica, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
Fig. 1 Caso di un paziente di 53 anni affetto da occlusione arteriosa di branca in occhio sinistro. A sinistra l’esame OCT mostra una perdita della fisiologica fossetta foveale ed un incremento dello spessore maculare centrale. A destra l’esame OCT-A mostra la presenza di una macular foveal capillaris (MFC). Cortesia del “Servizio di Retina Medica & Imaging”, responsabile Prof. Giuseppe Querques e Prof. Francesco Bandello, U.O. Oculistica, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano

Questi risultati sono in accordo con precedenti studi che hanno correlato la FAZ con lo spessore foveale centrale [9].
Dubis et al. aveva rilevato un rapporto inversamente proporzionale tra la FAZ e lo spessore foveale centrale, suggerendo che una retina più spessa è caratterizzata da una FAZ più piccola, mentre una retina più sottile presenta una FAZ più larga.
Ciò viene giustificato dal fatto che una retina più spessa invia una maggiore richiesta metabolica e, di conseguenza, un maggior apporto vascolare con riduzione delle dimensioni della FAZ [10].
L’OCT-A, effettuando un’attenta stratificazione del network vascolare retinico, evidenzia reperti morfologici peculiari rappresentando ormai un valido strumento nella diagnosi e nel follow up delle patologie vascolari retiniche.

BIBLIOGRAFIA

  1. Suzuki N, Hirano Y, Yoshida M, et al. Microvascular abnormalities on optical coherence tomography angiography in macular edema associated with branch retinal vein occlusion. Am J Ophthalmol 2016; 161:126-32
  2. Rispoli M, Savastano MC, Lumbroso B. Capillary network anomalies in branch retinal vein occlusion on optical coherence tomography angiography. Retina 2015; 35:2332-8
  3. Capuano V, Miere A, Amoroso F, Todisco L, Cohen SY, Souied EH, Querques G. Uncommon retinal vascular diseases. Expert review of ophthalmology 2016.
  4. Spaide RF, Klancnik JM Jr., Cooney MJ. Retinal vascular layers imaged by fluorescien angiography and optical coherence tomography angiography. JAMA Ophthalmol 2015; 133:45-50
  5. Kim D.Y, Fingler J, Zawadzki R.J, et al. non invasive imaging of the foveal avascular zone with high-speed, phase-variance optical coherence tomography. Invest Ophthalmol Vis Sci 2012; 53:85-92
  6. Kashani AH, Lee SY, Moshfeghi A, et al. Optical coherence tomography angiography of retinal venous occlusion. Retina 2015; 35:2323-31
  7. Cicinelli MV, Carnevali A, Rabiolo A, et al. Clinical spectrum of macular-foveal capillaries evacuate with optical coherence tomography angiography. Retina 2016
  8. Yeung J, Crock G, Cairns J, et al. Macular-foveal capillaries in human retina. Aust J Ophthalmol 1973;1:17-23
  9. [9] Chui TY, Van Nasdale DA, Elsner AE, et al. The association between the foveal avascular zone and retinal thickness. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2014; 55:6870-77
  10. Dubis AM, Hansen BR, Cooper RF, et al. Relationship between the foveal avascular zone and foveal pit morphology. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2012; 53:1628-36