Valutazione del discomfort oculare da dry-eye nei videoterminalisti

e razionalità di un nuovo approccio terapeutico integrato

dry eye
Fig. 3 BUT.

Introduzione

Con il rapido incremento nell’uso dei dispositivi digitali (computer, tablet, smartphone, ecc.) nella popolazione generale, un numero sempre crescente di persone è affetto, attualmente, da discomfort oculare correlato ad essi; in molti casi questa problematica risulta essere di grado severo.

Qualità, stabilità e volume del film lacrimale rivestono un ruolo fondamentale per assicurare il mantenimento di una ottimale integrità ottica.

I sintomi visivi ed oculari che sono sperimentati dagli operatori dei videoterminali (VDU) sono, infatti, strettamente connessi con alterazioni nel film precorneale stesso (1-4): in questi pazienti l’ammiccamento, il break up time e la quantità del film lacrimale risultano ridotti a causa di una maggiore evaporazione del film (5-6), dovuta alle anormalità che si creano nello strato lipidico (7).

Un recente studio (4) ha esaminato l’associazione tra la durata dell’esposizione ai videoterminali e le variazioni del film lacrimale (composizione, stabilità, e secrezione) su 1.025 videoterminalisti.

Lo studio ha evidenziato che le caratteristiche del film lacrimale sono significativamente correlate al tempo totale di esposizione ai videoterminali, inteso sia come numero di anni di esposizione, che come ore giornaliere trascorse davanti al computer.

Nello studio la secrezione lacrimale si presentava, infatti, significativamente ridotta nei pazienti con una storia lavorativa di 8-12 anni trascorsi al videoterminale, con una media giornaliera di 6-8 h, rispetto agli utilizzatori più moderati (meno di 4 anni e 2 ore, o meno, al giorno).

Anche la luce blu emessa dai dispositivi digitali può essere correlata a diverse patologie dell’occhio: oltre ai danni già noti dalla letteratura scientifica che l’emissione blu può causare ai fotorecettori della retina, recenti studi sperimentali hanno dimostrato che il danno si può manifestare anche sulla superficie oculare, con comparsa di secchezza oculare (riduzione del BUT), danno epiteliale (aumento dello staining alla fluoresceina) ed infiammazione della superficie oculare come conseguenza di un incremento significativo dei livelli corneali delle citochine IL-1β ed IL-6.

L’incremento della IL-1β amplifica il danno della superficie oculare alterando la funzione di barriera dell’epitelio. La luce blu provoca, inoltre, un incremento delle specie reattive dell’ossigeno. Questa estesa azione infiammatoria causata dalla luce blu ed apoptosi dell’epitelio corneale si può manifestare, clinicamente, in un dry-eye (8).

Questi dati risultano ancora più incisivi considerando che, in media, in Italia vengono trascorse 4 ore al giorno davanti al computer e due ore e otto minuti ai dispositivi mobili; quest’ultimo dato risulta il valore più elevato dell’intera Europa.

Uno studio scientifico del 2013 riporta che l’affaticamento oculare, bruciore e rossore sono le lamentele più frequenti tra chi lavora al computer più di sei ore al giorno (9).

Per quanto riguarda i bambini, uno studio pubblicato su BMC Ophthalmology (condotto su 916 giovanissimi) conclude che “l’impiego degli smartphone è stato fortemente associato alla sindrome pediatrica dell’occhio secco (DED)” (10).

Obiettivo dello studio

Valutare, in una popolazione di pazienti videoterminalisti (definito come un “lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di videoterminale, fisso o portatile, in modo sistematico ed abituale, per 20 ore settimanali dedotte le pause”) (11):

  • l’incidenza di segni e sintomi oculari correlati al dry eye;
  • l’effetto di una terapia a base di acido ialuronico cross-linkato in associazione a liposomi + crocina (LUMIXA), confrontandola rispetto a quella di un acido ialuronico lineare allo 0,2%.

La crocina è un carotenoide fotoattivabile e idrosolubile in grado di interagire tramite legami non covalenti con l’acido ialuronico cross-linkato per aumentare la viscosità e la muco-adesività sulla superficie oculare. La crocina funge anche da schermo alla luce blu e quindi può contribuire ad arrestarne gli effetti negativi sulla superficie oculare.

Criteri di inclusione

Pazienti videoterminalisti con diagnosi di secchezza oculare, in accordo ai parametri del questionario OSDI, un questionario accettato dalla comunità scientifica internazionale che ne valuta, in modo accurato, i sintomi correlati.

Tutti i pazienti, all’arruolamento, presentavano punteggi superiori a 25, correlati alla presenza di sintomi di occhio secco moderato-grave.

Criteri di esclusione o sospensione dallo studio

  1. Età <18 anni
  2. Pazienti con difetto refrattivo >1D
  3. Pazienti sottoposti a pregressa chirurgia oculare
  4. Pazienti con storia di problemi neurosensitivi oculari
  5. Pazienti che presentavano alterazioni morfologiche a carico dell’epitelio corneale
  6. Pazienti sottoposti a terapie topiche oculari che non possono essere sospese per l’intera durata dello studio
  7. Insorgenza durante lo studio di altre patologie sistemiche e/o oculari capaci di determinare alterazione dei processi di riparazione tissutale
  8. Assunzione di farmaci che possono alterare i processi riparativi
  9. Ipersensibilità ai principi attivi utilizzati (acido ialuronico, liposomi, crocina)

Piano dello studio

Il trial clinico ha avuto una durata di 90 giorni di trattamento. Sono state previste 4 visite per ciascun paziente, la prima di arruolamento (T0), la seconda dopo 15 giorni (T1), la terza dopo 30 giorni (T2) e la quarta dopo 90 giorni (T3).
I parametri oggetto di valutazione, nel campione clinico sono (Fig. 1):

  • PRIMARI
    • OSDI
    • BUT
    • Test di Schirmer senza instillazione di anestetico topico
    • Osmolarità del film lacrimale
  • SECONDARI
    • Segni e sintomi del DES (bruciore/dolore*, iperemia congiuntivale**)*Dolore: Intensità del dolore valutata con Visual Analogue Scale con punteggio da 1 a 10.
      **Iperemia congiuntivale valutata in una scala da 4 ad 1.
Fig. 1 Scala del dolore da 0 a 10.

Pazienti e metodi

Il campione clinico oggetto di studio è stato di 50 pazienti (28 donne e 22 uomini, età media 42±10 anni), valutati per 3 mesi consecutivamente e trattati bilateralmente.
25 pazienti oggetto di osservazione sono stati trattati con LUMIXA e 25 con acido ialuronico lineare allo 0,2%.

Tutti i soggetti erano emmetropi, oppure miopi ma con una componente sferica del loro errore refrattivo inferiore ad 1D. L’astigmatismo era inferiore ad 1D. Nessun paziente aveva pregresse patologie oculari o aveva subito, in precedenza, interventi chirurgici oculari. Nessun paziente era affetto da patologie sistemiche e la visione corretta risultava, in tutti i casi, di 10/10.

Il gruppo oggetto di valutazione è stato trattato con LUMIXA, una soluzione oftalmica a base di acido ialuronico cross-linkato, liposomi e crocina.

Al momento del reclutamento (T0), tutti gli occhi sono stati sottoposti a visita completa, a test di Schirmer I, BUT, osmolarità, questionario OSDI, registrando i risultati.

Dopo 15 (T1), 30 (T2) e 90 giorni (T3) di trattamento con LUMIXA (T1) i pazienti sono stati sottoposti a visita completa, a test di Schirmer I, BUT, osmolarità, questionario OSDI, registrando i risultati.

Risultati

Nel gruppo in trattamento con l’acido ialuronico lineare, prima dell’intervento, e nei diversi tempi di osservazione, i valori medi di OSDI, BUT e del punteggio di Schirmer sono quelli riportati in tabella 1.

 T=0 - basaleT=1 – 15 ggT=2 – 30 ggT=3 – 90 gg
OSDI35,2 ± 9,831,1 ± 9,329,6 ± 8.228,6 ± 8.8
BUT4,1 ± 2,1 secondi4,4 ± 2,4 secondi4,8 ± 2,6 secondi4,8 ± 2,5 secondi
SCHIRMER 15,0 ± 2,2 mm5,4 ± 2,5 mm5,8 ± 2,5 mm5,7 ± 2,3 mm
OSMOLARITà (mOsm/l)314,0 ± 22,5309,4 ± 18,5307,0 ± 15,2308,2 ± 16,2
Tab. 1 Trattamento con HA 0.2% lineare.

Nel gruppo in osservazione che seguiva il trattamento con LUMIXA, invece, i valori dei parametri sopra indicati sono quelli riportati in tabella 2.

 T=0 - basaleT=1 – 15 ggT=2 – 30 ggT=3 – 90 gg
OSDI37,7 ± 9,226,2 ± 9,824,2 ± 8,123,5 ± 8,5
BUT3,6 ± 1,7 secondi4,8 ± 2,9 secondi5,4 ± 2,5 secondi5,6 ± 2,2 secondi
SCHIRMER 15,1 ± 2,3 mm5,8 ± 2,6 mm6,2 ± 2,2 mm6,3 ± 2,0 mm
OSMOLARITà (mOsm/l)315,1 ± 21,3307,0 ± 15,6304,0 ± 14,9304,2 ± 14,2
Tab. 2 Trattamento con LUMIXA.

Nelle figure da 2 a 4 è riportato il confronto tra i gruppi, sulla base del parametro di valutazione:

Fig. 2 OSDI.
Fig. 3 BUT.
Fig. 4 SCHIRMER.
Fig. 5 OSMOLARITA'.

L’analisi statistica ha mostrato come il miglioramento dei valori di OSDI, BUT, del punteggio di Schirmer e dell’osmolarità fosse significativamente superiore nel gruppo LUMIXA rispetto al gruppo di controllo con HA lineare 0,2%.

I segni e sintomi sono significativamente migliorati in entrambi i gruppi di controllo al termine del periodo di trattamento (tabella 3).

ParametroHA 0,2% preHA 0,2% T3LUMIXA preLUMIXA T3
Iperemia congiuntivale3231
Dolore4241
Tab. 3

Conclusioni

L’attività lavorativa al computer produce una alterazione del film lacrimale, con diminuzione del BUT, aumento dell’osmolarità e riduzione quantitativa del film lacrimale. Questo può anche esacerbare un dry-eye già presente.

Un trattamento specifico con una soluzione oftalmica che possa reintegrare tutte le componenti del film lacrimale (mucinica, lipidica ed acquosa) ed al contempo favorire una maggiore persistenza delle stesse sulla superficie oculare, si è dimostrata in grado, nella nostra esperienza clinica, di ridurre il discomfort da occhio secco causato da attività al videoterminale, migliorando sia i parametri oggettivi del film lacrimale, che quelli soggettivi nel paziente.

Riteniamo, in questa ottica, fondamentale il ruolo della crocina che, schermando la luce blu emessa dai dispositivi digitali, ne contrata gli effetti dannosi sulla superficie oculare. La crocina, inoltre, favorisce la persistenza delle altre componenti del collirio (acido ialuronico cross-linkato) sulla superficie oculare, aumentando la stabilizzazione del film lacrimale.

Bibliografia:
  1. Chu C., Rosenfield M., Portello J.K., Benzoni J.A., Collier J.D. A comparison of symptoms after viewing text on a computer screen and hardcopy. Opthal Physiol Opt. 2011;31:29–32.
  2. Himebaugh N.L., Begley C.G., Bradley A., Wilkinson J.A. Blinking and tear break-up during four visual tasks. Optom Vis Sci. 2009;86:E106–E114.
  3. Jansen M.E., Begley C.G., Himebaugh N.H., Nicholas L.P. Effect of contact lens wear and a near task on tear film break-up. Optom Vis Sci. 2011;87:350–357.
  4. Nakamura S., Kinoshita S., Yokoi N. 2010. Lacrimal hypofunction as a new mechanism of dry eye in visual display terminal users. Availale at: http://www.plosone.org Acessed 15.06.
  5. Tsubota K., Nakamori K. Effects of ocular surface area and blink rate on tear dynamics. Arch Ophthalmol. 1995;113:155–158.
  6. Sotoyama M., Jonai H., Saito S., Villanueva M.B. Analysis of ocular surface area for comfortable VDT workstation layout. Ergonomics. 1996;39:877–884.
  7. Yaginuma Y., Yamada H., Hiroshi N. Study of the relationship between lacrimation and blink in VDT work. Ergonomics. 1990;33:799–809.
  8. Lee HS, Cui L, Li Y, Choi JS, Choi JH, Li Z, Kim GE, Choi W, Yoon KC. Influence of Light Emitting Diode-Derived Blue Light Overexposure on Mouse Ocular Surface. PLoS One. 2016 Aug 12;11(8)
  9. Agarwal S, Goel D, Sharma A. Journal of Clinical and Diagnostic Research. 2013 February, Vol-7(2): 331-335
  10. Moon JH, Kim KW, and Ju N. Smartphone use is a risk factor for pediatric dry eye disease according to region and age: a case control study. BMC Ophthalmol. 2016; 16: 188.
  11. Art. 173 del D.Lgs. 81/08