Esperienze ed emozioni di un oculista italiano in Canton Ticino

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oculista italiano in canton ticino

Nel 2012 sono stato assunto in qualità di oftalmochirurgo presso la più antica clinica oftalmologica ambulatoriale di tutta la Svizzera, nonché punto di riferimento internazionale per la chirurgia del segmento anteriore.

Oltre la metà dei nostri pazienti è infatti di nazionalità estera e viene espressamente richiesto al personale medico di condurre le consultazioni in almeno tre lingue: italiano, inglese e, a scelta, francese o tedesco.

Gli importanti investimenti effettuati dalla proprietà hanno reso possibile non solo l’acquisizione delle più avanzate strumentazioni diagnostiche e chirurgiche (fra le quali la femto-cataract, unico centro del Canton Ticino) ma anche la creazione di un percorso chirurgico virtuale in cui la cartella clinica digitale e le analisi strumentali dematerializzate vengono direttamente inviate alle nostre sale operatorie.

Confesso che per chi, come me, vive con passione e curiosità la propria professione, strutture come queste rappresentano certamente una eccezionale opportunità di crescita clinica e chirurgica. È utile ricordare come in Svizzera la specializzazione in oftalmologia e la qualifica di oftalmochirurgo siano indipendenti e severamente regolamentate da valutazioni di merito ed esami statali. Ma questa non è che una delle enormi differenze che intercorrono tra il sistema sanitario del Bel Paese e quello confederale elvetico.

Dopo essere diventato uno dei circa 44.000 medici esercitanti in Svizzera, mi sono iscritto all’Ordine dei Medici Cantonale ed alla Federatio Medicorum Helveticorum (FMH), un’organizzazione privata di gestione e controllo nata dalla fusione delle società mediche cantonali della prima metà del XIX secolo. Il sistema sanitario svizzero è un misto tra controllo statale e libera concorrenza e, al pari di altri sistemi quali quello tedesco, francese, austriaco e belga, si basa sul modello Bismarck, ovvero sulle assicurazioni sociali.

In Svizzera sono presenti 61 compagnie in grado di generare un’offerta di circa 287 mila differenti polizze assicurative (poiché variabili da Cantone a Cantone). La legge federale che le istituì risale al 1912, anno in cui venne affidato ai Cantoni il compito di promuovere il sistema mutualistico. Il Cantone di Berna fu il primo, nel 1914, a introdurre l’assicurazione sanitaria obbligatoria. Gli altri seguirono con lenta progressività: nel 1947 il 60% della popolazione era assicurata.

Nel 1959 circa l’80%. Nel 1994 avvenne una svolta epocale, sancita dal voto del parlamento e confermata da un referendum popolare. Venne infatti introdotto un sistema mutualistico che garantisce ancora oggi la copertura sanitaria universale.

Tutti sono obbligati ad assicurarsi (le fasce di popolazione a medio-basso reddito ricevono i necessari sussidi) e le assicurazioni sono vincolate ad assicurare tutti, con tariffe che prescindono dal livello di rischio degli assistiti (community-rated premiums). Le Casse Malati private (assicurazioni malattie di base) operano su un mercato fortemente regolamentato.

I fornitori di prestazioni come i medici sono in parte privati e in parte statali. I Cantoni sono responsabili dell'assistenza sanitaria, tuttavia alcune questioni sono disciplinate da leggi nazionali.

Una riforma del 2003 ha profondamente modificato la natura delle assicurazioni sanitarie, consentendo loro di adottare metodi di managed care, simili a quelli delle HMOs americane. Le compagnie assicurative si sono trasformate in veri e propri gestori dei servizi sanitari e non si limitano, come nelle forme assicurative tradizionali, al rimborso delle spese sostenute.

Tutti i domiciliati in Svizzera devono sottoscrivere un'assicurazione malattie di base obbligatoria e pagare mensilmente i premi della Cassa Malati di loro scelta.

Ciò crea una certa concorrenza tra le compagnie, i cui premi possono variare a seconda del Cantone di residenza.

Le Casse Malati sono obbligate a fornire un'assicurazione di base a tutti, anche a chi è ammalato e alle persone anziane.

Per quanto riguarda l'assicurazione complementare possono invece respingere la richiesta di affiliazione.

La Svizzera gode da tempo di una solida reputazione per l'eccellenza nel settore sanitario. Nel 2019, l’Euro Health Consumer Index (EHCI) ha rinnovato la medaglia d’oro al servizio sanitario elvetico con un punteggio elevatissimo - 893 punti - a pari merito con la Norvegia. Sull'intero territorio federale insiste una capillare presenza di medici ed ospedali.

A differenza dei sistemi sanitari statali (come ad esempio quello britannico), i pazienti svizzeri non vengono mai inseriti in una lista di attesa e non devono attendere mesi per una visita specialistica o per un intervento chirurgico. Ogni assistito ha la possibilità di scegliere il valore della propria franchigia (da 300 a 2.500 CHF).

Molti pazienti tendono a prediligere quelle più alte al fine di spuntare premi assicurativi più bassi.

A prescindere dal piano assicurativo, il paziente è comunque tenuto a saldare autonomamente le fatture del medico, emesse tramite la Cassa dei Medici.

Solo più tardi i costi vengono coperti dalle Casse Malati in forma indiretta. Ma non è tutto. Ogni paziente deve partecipare al saldo delle fatture medico-sanitarie con un importo pari al 10% (per alcuni farmaci anche del 20%), fino a un massimo di 700 franchi all’anno.

Lo Stato, da parte sua, partecipa alla copertura dei costi ospedalieri. I Cantoni si assumono il 55% delle spese per i ricoveri stazionari, mentre le Casse Malati si accollano il restante 45%. Le compagnie assicurative si assumono invece l'intero costo dei trattamenti ambulatoriali (come ad esempio la quasi totalità delle cure oftalmologiche).

I Cantoni sono quindi interessati ad accorciare le degenze ospedaliere, favorendo le cure ambulatoriali dei pazienti.

Le tariffe che i medici o altri fornitori di prestazione possono applicare sono definite per legge nell'ambito di convenzioni.

Nel settore ambulatoriale, ad esempio, è attualmente in vigore la tariffa TARMED. Le Casse Malati controllano i medici che esercitano liberamente la loro professione nell'ambito delle cosiddette valutazioni di redditività.

Chi causa più costi per prescrizioni e trattamenti rispetto alla media rischia un procedimento giudiziario con risarcimento personale del danno erariale. Non è inoltre possibile offrire prestazioni specialistiche in forma privata (non assicurata) a pazienti domiciliati in Svizzera, pena l’annullamento delle convenzioni assicurative in essere.

L’offerta di cure su suolo nazionale è strettamente calmierata e due sono i principali fattori limitanti l’ingresso di nuovi specialisti nell’offerta sanitaria delle cure cantonali: il numerus clausus e lo stop all'autorizzazione per gli studi medici. Per essere ammessi agli studi universitari di medicina e odontoiatria è infatti necessario superare un esame.

Solo chi ottiene i risultati migliori ha la possibilità di accedere ai corsi proposti dagli atenei svizzeri.

Nel 2002, il Consiglio federale ha inoltre deciso di introdurre una moratoria all'autorizzazione per gli studi medici volto a frenare i costi della sanità in Svizzera (maggiore è la presenza di specialisti, maggiori sono i costi sanitari).

Il 5 luglio 2013 è entrata in vigore l'attuale gestione strategica delle ammissioni da esercitare a carico dell'assicurazione obbligatoria contro le malattie.

Ciò significa che a partire da tale data non vengono più rilasciati nuovi Numeri di Concordato (ZSR) per poter fatturare le cure a carico delle Casse Malati.

Per questo motivo, tali licenze hanno acquisito un elevato valore di mercato e possono, a fine carriera, essere cedute autonomamente a giovani colleghi.

Molti mi hanno chiesto cosa avessi maggiormente apprezzato di un sistema sanitario così distante dal nostro.

La mia risposta in otto anni non è mai cambiata: l’affidabilità, la trasparenza e l’estrema puntualità dei servizi offerti nonché l’universale facilità di accesso alle cure mediche specialistiche.