Cellule staminali derivanti dalla pelle per curare gli effetti del glaucoma?

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Attraverso l’utilizzo di cellule staminali provenienti dalla pelle umana, alcuni ricercatori della School of Science presso l’Indiana University guidati da Jason Meyer hanno recentemente dimostrato con successo la capacità di trasformare le stesse in cellule gangliari retiniche (RGCs), uno fra i 5 tipi di cellule presenti nella retina, coinvolte nel processo di trasferimento dell’informazione visiva dall’occhio al cervello. L’obiettivo è stato quello di contribuire allo sviluppo di terapie atte a prevenire o curare il glaucoma.
Tale indagine clinica, infatti, potrebbe suggerire soluzioni potenziali ai fini del trattamento di lesioni del nervo ottico riscontrate nei soldati durante i combattimenti o negli atleti coinvolti in traumi sportivi.
Nel concreto i ricercatori hanno utilizzato cellule della pelle biopsiate provenienti da volontari affetti da una forma ereditaria di glaucoma e da un secondo gruppo di soggetti senza la malattia, e le hanno riprogrammate geneticamente per trasformarle in cellule staminali pluripotenti (le quali hanno l’abilità di differenziarsi in qualsiasi tipo di cellula dell’organismo). I ricercatori hanno poi indirizzato le cellule staminali stesse a diventare RGCs, arrivando a constatare che queste ultime mostravano caratteristiche differenti a seconda che originassero dalle cellule degli individui affetti da glaucoma oppure dai soggetti sani.
Il glaucoma è la malattia più comune che colpisce le cellule gangliari retiniche: il National Institutes of Health’s Eye stima che il glaucoma colpisca più di 2,7 milioni di persone negli Stati Uniti e più di 60 milioni in tutto il mondo.
“Le cellule della pelle degli individui affetti da glaucoma non sono differenti rispetto alle medesime cellule di coloro che non hanno la malattia - ha spiegato Meyer. Tuttavia, quando abbiamo provato ad utilizzare le cellule della pelle dei pazienti affetti da glaucoma come cellule staminali e poi come RGCs, le cellule sono risultate malate innescando il processo di morte cellulare ad un ritmo molto più veloce rispetto a quelle degli individui sani”.
“Ora che abbiamo prodotto le cellule che sviluppano caratteristiche proprie del glaucoma in capsule di Petri, vogliamo verificare se aggiungendo composti a queste RGCs sarà possibile ottenere un rallentamento del processo di degenerazione, prevenendo la morte delle stesse. Abbiamo già trovato i candidati che sembrano promettenti in questo senso e ne stiamo approfondendo lo studio. In un futuro più lontano, potremmo essere in grado di utilizzare le cellule dei pazienti sani come cellule sostitutive di quelle perse per la malattia nei soggetti colpiti da glaucoma” - ha concluso Meyer.