La diffusione delle patologie oculari secondo lo studio epidemiologico territoriale EpiGoal

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1Il Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi (Goal) ha presentato un poster durante il Congresso europeo Euretina, tenutosi a Copenaghen, contenente il primo studio italiano epidemiologico oftalmologico territoriale (EpiGoal). L’indagine è stata realizzata da un gruppo di oculisti ambulatoriali milanesi, che ha analizzato la prevalenza delle principali patologie oculari osservate durante il quotidiano svolgimento dell’attività professionale per il Servizio Sanitario Nazionale sul territorio.
“Lo studio - spiega una nota del Goal - ha coinvolto 13.190 pazienti, focalizzando l’attenzione su: patologie del segmento anteriore e posteriore, vizi refrattivi, glaucoma ed esiti di procedure chirurgiche. Particolare attenzione è stata rivolta alla retinopatia diabetica e alla AMD, la degenerazione maculare legata all’età”.
I dati hanno evidenziato che l’attività degli oculisti ambulatoriali territoriali interessa per il 27% la correzione di vizi refrattivi, per il 28% patologie del segmento anteriore, per il 12% il glaucoma, per il 17% patologie del segmento posteriore, per il 16% esiti di procedure chirurgiche. Inoltre una successiva analisi eseguita su 2.608 pazienti per le patologie segmento posteriore ha evidenziato in 927 (35,5%) la presenza della retinopatia diabetica e in 1681 (64,5%) della AMD.
“I risultati ottenuti dallo studio EpiGoal - spiega il segretario Goal, Danilo Mazzacane - possono essere utilizzati al fine di realizzare degli efficaci piani di prevenzione primaria e secondaria delle principali patologie oftalmologiche che hanno la caratteristica di malattia sociale, quali glaucoma, AMD e retinopatia diabetica. Inoltre rafforzano l’importanza del ruolo dell’oculista a livello territoriale quale primo baluardo per rispondere alla domanda di salute visiva dei cittadini per tutte le patologie oculari, oltre che dei difetti della visione suscettibili di correzione ottica”.
Per il Goal “tutto ciò potrà essere di notevole utilità per lo sviluppo di sane sinergie tra territorio ed ospedale in ambito italiano e potrebbe costituire un ipotesi di modello a livello europeo, poiché comporterebbe un ottimizzazione delle risorse con un impegno di spesa sostenibile”.

VM