Occhio al diabete!

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Il diabete a livello oculare colpisce il cristallino e soprattutto la retina. È importante perciò tenere sotto controllo la glicemia per evitare l’alterazione del sistema microvascolare. Ed è bene effettuare periodicamente l’esame del fondo dell’occhio per salvare la vista

Il diabete mellito sia di tipo 1 (insulino-dipendente) che di tipo 2 (non insulino-dipendente) coinvolge nel suo decorso numerosi apparati (organi bersaglio): cardiovascolare, renale, nervoso e in particolare le estremità degli arti inferiori.
A livello oculare colpisce il cristallino e soprattutto la retina, membrana di tipo nervoso che traduce gli stimoli luminosi in impulsi elettrici che il nervo ottico invia al cervello. La glicemia non controllata può causare disturbi transitori della vista (annebbiamenti). La cataratta (opacità del cristallino) è favorita dal diabete e in genere è più precoce rispetto alla classica cataratta senile.

Retinopatia diabetica

La retina è la principale struttura oculare danneggiata dal diabete: la sua alterazione si chiama retinopatia diabetica e si manifesta normalmente dopo anni dall’insorgenza del diabete, in particolare se mal curato. Il meccanismo fondamentale che porta allo sviluppo di questa patologia è un’alterazione del sistema microvascolare con un danno alle pareti dei vasi che causa un aumento della permeabilità e successivo accumulo di liquidi nel tessuto retinico (microangiopatia).

Diagnosi

La diagnosi di retinopatia diabetica è abitualmente facile tramite l’esame del fondo oculare. A questo proposito ogni paziente diabetico DEVE sottoporsi a questo semplice esame la cui frequenza rimane a giudizio dell’oculista ed è correlata alla gravità del quadro retinico.
La fluorangiografia, tramite iniezione in vena di un colorante (fluoresceina sodica), è un mezzo diagnostico fondamentale per inquadrare lo stato dei vasi retinici: mostra nei dettagli le aree ischemiche, i neovasi, i microaneurismi, l’edema maculare creando una sorta di mappa che è molto utile in vista di trattamenti fotocoagulativi con laser.
Un esame utile di recente introduzione è l’OCT: si tratta di un tomografia che studia la regione maculare ed è importante in presenza di edema della macula.

Terapia

Qualsiasi approccio terapeutico implica a monte un accurato controllo metabolico della glicemia e una rigorosa osservanza della terapia, sia insulinica che con antidiabetici orali: queste sono le uniche armi per prevenire i danni alla vista da retinopatia diabetica. Non esiste a tutt’oggi un farmaco per la cura della retinopatia diabetica. Quando esistono danni retinici, la terapia laser può rallentare e in molti casi arrestare l’evoluzione di questa malattia. La fotocoagulazione laser, distruggendo le aree ischemiche, migliora l’ossigenazione delle zone di retina sane, previene la formazione di neovasi e quindi il rischio di emorragie, riduce la gravità dell’edema maculare.
Nei casi più gravi con emorragie vitreali, aree di fibrosi e distacco di retina si ricorre a una chirurgia invasiva che mediante microsonde introdotte nell’occhio asportano vitreo, sangue e membrane fibrovascolari (chirurgia vitreoretinica).
Recentemente sono stati introdotti i farmaci che inibiscono la formazione di neovasi (anti-vegf).
Tramite una semplice iniezione nell’occhio, queste sostanze favoriscono il riassorbimento di neovasi, tipici della fase avanzata della malattia, a volte con risultati importanti.

Giorgio Pretto


Retinopatia diabetica non proliferante

È la più frequente e meno aggressiva, ma certamente non meno pericolosa per la funzione visiva: è caratterizzata dalla presenza di microaneurismi, emorragie, essudati e trombosi. La complicanza più grave è l’edema maculare. La macula è la parte centrale della retina che ci permette di leggere, scrivere, di fare insomma le cose più fini: l’accumulo di liquidi in questa struttura danneggia le fibre nervose ed è la principale causa di calo visivo in questo tipo di retinopatia diabetica.


 

Retinopatia diabetica proliferante

È la forma più grave e pericolosa di questa malattia: se trascurata comporta gravi danni alla vista e può portare alla cecità. Il fenomeno patologico che la caratterizza è l’ischemia retinica che priva zone di retina di ossigeno con la formazione di fragili neovasi da zone di retina sana nel tentativo di riossigenare le aree carenti. Questi neovasi si rompono con facilità causando a loro volta emorragie anche importanti (emovitreo). L’evoluzione successiva è la fibrosi: il tessuto retinico viene progressivamente invaso da tessuto cicatriziale privo di funzione visiva con scollamento della retina (distacco di retina trazionale).