Presentato il 16 maggio a Palermo il 29° Rapporto Italia dell’Eurispes

1070
Eurispes

I dati Eurispes scattano una fotografia del Paese quanto mai nitida: una frammentazione sociale che rende ostili e distanti tra loro le aree geografiche e le fasce generazionali e che produce divisioni anche all’interno dei ceti produttivi. ‘In un Paese sostanzialmente diviso ma dalle enormi potenzialità - spiega Gian Maria Fara, presidente Eurispes - occorre una politica che recuperi credibilità, autorevolezza, consenso e rappresentatività. Il nostro è un Paese che ha registrato un drammatico impoverimento del ceto medio - spina dorsale di ogni democrazia - il blocco della mobilità sociale e che non ha saputo redistribuire la ricchezza, con pesanti ripercussioni sul Mezzogiorno del Paese, sempre più distante dal resto d’Italia’.
Sul piano dell’assistenza sanitaria, le testimonianze degli intervistati delineano un’Italia divisa addirittura in tre: al Nord, nonostante i casi problematici, prevale un servizio accettabile, il Centro si colloca in una posizione intermedia, nel Mezzogiorno i disagi sono estremamente frequenti.
Le lunghe attese per visite ed esami sono comuni in tutto il Paese, ma se al Nord-Ovest le ha sperimentate il 49,8%, la quota tocca punte del 93,2% al Sud, e del 90% circa nelle Isole.
Per gli interventi chirurgici, le attese sono state sperimentate da meno della metà dei residenti di Centro e Nord-Ovest, ma da oltre il 66% al Sud e nelle Isole.
Netto il divario relativo alle condizioni delle strutture sanitarie. Le definisce fatiscenti il 18% al Nord-Ovest, il 34,5% al Nord-Est, il 46,6% al Centro, il 60% al Sud, il 69,3% nelle Isole. Una tendenza analoga è stata registrata nelle indicazioni relative a strutture igienicamente non adeguate.
Gli errori medici, sperimentati al massimo nel 30% dei casi al Centro-Nord, vengono citati dal 55,3% dei residenti al Sud e dal 40,9% di chi abita nelle Isole.
La peggiore offerta di servizi sanitari nelle aree del Mezzogiorno coinvolge anche la disponibilità del personale medico ed infermieristico, insoddisfacente per oltre la metà dei residenti.