Intervista a Matteo Piovella, Presidente SOI

La Società Oftalmologica Italiana da 150 anni salvaguarda la nostra vista: come festeggia il centocinquantesimo anniversario dalla fondazione che cade nel 2019?

Centocinquant’anni - l’atto di costituzione della Società Oftalmologica Italiana riporta in calce la data del 17 ottobre 1869 - sono un tempo lunghissimo: la SOI è stata la prima società medico scientifica di specialità a essere fondata nel nostro Paese e la terza in Europa, perché ha seguito di soli pochi anni le società fondate dai colleghi belgi e tedeschi.

È un traguardo importante che è stato celebrato efficacemente per un anno intero, coinvolgendo le massime autorità istituzionali e religiose, per rilanciare la centralità della salvaguardia della vista, che oggi più che mai necessita di un impegno specifico straordinario.

Partiti con il 98° Congresso Nazionale SOI di novembre 2018 passando per l'evento internazionale di maggio tenuto nella cornice della celebre Nuvola di Fuksas a Roma, stiamo atterrando come da tradizione al Cavalieri Hilton per lo svolgimento dell’ultimo evento celebrativo dedicato, il 99° Congresso Nazionale della Società Oftalmologica Italiana.

Al di là di un primato antico, virtuoso e incomparabile, questa ricorrenza è l’occasione per riportare l’attenzione su una realtà qualificata e importante della medicina italiana, che da un secolo e mezzo rappresenta il punto di riferimento per tutti i 7.000 medici oculisti, e non solo, a garanzia del livello di qualità delle prestazioni oftalmologiche messe a disposizione dei pazienti e della loro continua positiva evoluzione.

La SOI è un ente morale, giuridicamente riconosciuto dallo Stato, che vigila sulla qualità delle prestazioni oculistiche erogate ai cittadini organizzando le linee guida necessarie per la miglior gestione delle differenti malattie dell’occhio. Si tratta di un'attività importante, considerando che i 7.000 oculisti italiani, ogni anno, salvano la vista a 1.300.000 persone. La SOI è stata promotrice e protagonista dello straordinario progresso delle terapie mediche e chirurgiche che si sono evolute negli ultimi 150 anni.

Presidente, la cronica carenza di risorse del Sistema sanitario nazionale si sta riflettendo negativamente anche sull'erogazione di prestazioni di chirurgia oftalmologica ai cittadini. Vuole parlarcene?

Negli ultimi anni il progresso tecnologico ha portato una trasformazione nella pratica clinica e chirurgica dell’oculistica che non ha eguali in altre specialità: un caso esemplare, che non mi stancherò mai di ripetere, è quello della chirurgia della cataratta. Quando ho iniziato la professione di chirurgo, i risultati era scarsi o addirittura quasi nulli in termini di efficacia, e la sicurezza era ancora molto lontana: ora siamo nella condizione di operare 650.000 pazienti con un margine di sicurezza adeguato e gratificante, e adottando i più avanzati miglioramenti è possibile corregge i difetti di vista, restituendo – caso unico tra tutti gli interventi chirurgici oggi disponibili – una capacità visiva di alta qualità che la maggior parte dei pazienti non aveva mai sperimentato prima.

Con molto rispetto possiamo affermare che oggi siamo capaci di migliorare e di molto la vista che ci ha regalato il buon Dio.

Nonostante questo la chirurgia della cataratta sta vivendo un paradosso tutto italiano: il risultato oggi ottenibile è indiscutibile ed è apprezzato da tutti, ma purtroppo può usufruirne un limitatissimo numero di pazienti. Per motivi organizzativi e di carenze di budget, il Sistema sanitario nazionale prevede un rimborso non sufficiente a sostenere il continuo aggiornamento organizzativo e medico chirurgico che si è fermato in oculistica ai primi anni duemila. Le nuove lenti intraoculari, capaci dei miglioramenti straordinari della vista prima descritti, sono utilizzabili solo in alcune realtà del settore privato, in regime di solvenza. Questo ci mette in grande difficoltà, perché eticamente e professionalmente siamo chiamati a garantire le migliori cure a tutti, ma non abbiamo la possibilità di poterla applicare nel Sistema sanitario nazionale che effettua oltre il 90% della chirurgia.

L’importo del rimborso DRG per l’intervento di cataratta è da oltre 20 anni in continua riduzione e pertanto totalmente insufficiente: ha un importo prestabilito fisso che non permette di comperare nulla in più rispetto a quanto utilizzato nel passato. Quando la cura migliora e questo dovrebbe far adottare i nuovi cristallini multifocali, purtroppo non si ha un solo euro in più per acquistarli e tutti sanno che le cose migliori e innovative costano ovviamente di più.

Sfortunatamente non è stata prevista l’opportunità di aggiornare gli importi adatti a mantenere sempre la cura migliore. La situazione è critica a causa della mancanza d’informazione del cittadino, che nonostante le impegnative regole sulla privacy e sul consenso informato, è tenuto all’oscuro circa le opportunità esistenti e soprattutto nei confronti dei diritto alla cura migliore.

La SOI comprende che questo stato di cose sia determinato dalle ristrettezze finanziarie di un sistema antico oggi in crisi in tutto il mondo, ma bisogna responsabilmente agire consapevolmente per dare al paziente il diritto di scegliere secondo quanto sancito nella Costituzione.

Purtroppo si va nella direzione opposta: non solo si propone un intervento non aggiornato come se non esistessero alternative, ma nella Regione Lombardia è stata approvata una legge che impedisce di effettuare l’intervento di cataratta nel settore privato, un modo speciale per eliminare una concorrenza di qualità e per questo molto scomoda.

Altri veri e propri abbagli riducono la possibilità di cura nei confronti dei pazienti affetti da  malattie degli occhi con grande impatto “sociale”.

Voglio evidenziare due situazioni critiche: la prima riguarda le iniezioni intravitreali per la degenerazione maculare che, per una norma aberrante, possono essere effettuate solo in ospedale e non da tutti i 7.000 oculisti italiani, come si fa in tutto il mondo. Il pessimo risultato ottenuto nel nostro Paese certifica che si effettuano solo 300.000 iniezioni all’anno rispetto al milione e centomila del Regno Unito, della Francia e della Germania. L’altra grave mancanza è l’impossibilità di ottenere in sala operatoria l’assistenza anestesiologica necessaria effettuata da un medico anestesista specialista per tutti gli interventi di chirurgia oculistica.

Nella direzione di una maggiore consapevolezza relativa all'impatto sociale delle cure oftalmiche, come si sta muovendo la SOI?

Stiamo lavorando incessantemente da anni per ripristinare sicurezza e buon senso: oggi esiste una rinnovata attenzione da parte del ministero della Salute e questo lo dobbiamo considerare di buon auspicio per il prossimo futuro anche se ci preoccupa il procedere in ordine sparso di ogni singola Regione.

La SOI continua dunque la sua ferma e consapevole azione affinché le normative siano adeguate ed armonizzate alle nuove necessità cliniche. E questo richiede un cambio di marcia e una nuova positiva percezione, perché troppo spesso l’importanza, il valore e l’impatto sociale delle cure oculistiche viene poco considerato e spesso sottovalutato. C’è la falsa convinzione, in una parte rilevante della popolazione, che la cecità o le persone che vedono in modo penalizzante e inadeguato siano ormai una triste realtà degli anni passati. Purtroppo non è così: si prevede che entro il 2050 le persone cieche aumenteranno di tre volte con un impatto e una responsabilità sociale enorme. Per questo noi dobbiamo essere lungimiranti, perché curare adeguatamente gli occhi per salvaguardare la vista ha un valore inestimabile ed evita che una persona sia penalizzata irreversibilmente: la vista è responsabile dell’83% dei collegamenti con il mondo esterno.

Anche se le prospettive a lungo termine coinvolgono meno i politici, che preferiscono azioni dai risultati immediati per potersi spendere meglio presso i propri elettori e così essere di nuovo rieletti. Dobbiamo positivamente rivalutare il valore della visita oculistica quale unico strumento adeguato a tutelare la vista delle persone. Molti ritengono che oggi non sia necessario sottoporsi a controlli regolari e sostengono la validità dell’auto controllo o il ricorso a manovalanza inadeguata ed impreparata perché risulta a volte di più facile accesso. Nulla di più sbagliato, soprattutto quando a farne le spese sono i bambini che tutti insieme abbiamo l’obbligo di proteggere e tutelare.

Purtroppo fa parte della cultura sbagliata di questo Paese il ritenere che l’esperienza e la professionalità del medico oggi non sia più necessaria, a vantaggio di soluzioni di livello inferiore e senza nessuna garanzia di efficacia e sicurezza. La maggior parte delle persone si fa “controllare” periodicamente dall’ottico, che non essendo professione sanitaria e quindi totalmente impreparato non dovrebbe mai parlare di salute o di cure degli occhi.

Ma soprattutto proteggiamo tutti i bambini: sono soggetti deboli e meritano tutto il nostro appoggio. Per questo è stata lanciata la campagna La Vista ti salva la Vita, dedicata a chi non si è mai sottoposto a visita oculistica: 30.000 visite oculistiche specialistiche messe a disposizione dei cittadini che i medici oculisti effettueranno negli studi privati per ribadire l’importanza della visita oculistica. Un regalo del valore di tre milioni di euro a vantaggio di tutti. Perché la vista è molto importante! 

A novembre c'è stato l'ultimo appuntamento congressuale SOI dunque, ce ne parla? Qual è il bilancio?

Tutto le priorità appena elencate hanno trovato ampio sostegno durante il 99° Congresso Nazionale di Roma.

  • Mercoledì 20 con la presentazione delle nuove linee guida della chirurgia della cataratta e del cristallino che normeranno le regole per l’adozione delle nuove tecnologie.
  • Giovedì 21 con il Simposio Organizzato con la Fondazione Treccani inerente la criticità che ha colpito le terapie intravitreali e specificamente le regole di utilizzo di terapie approvate versus quelle non approvate e la necessità di ridurre il gap del 70% che ha colpito i pazienti affetti da maculopatia che non ha adeguato accesso alle cure.
  • Venerdì 22 la sessione "chirurgia in diretta" che quest’anno ha previsto circa 40 interventi.

All’interno del programma il tradizionale simposio organizzato con la Società Brasiliana di Oftalmologia oltre alle letture internazionali e i tradizionali SOI Award.

  • Sabato ancora chirurgia in diretta sui casi complessi, intervallati con il Simposio Feoph, con rappresentanti delle Società inglese, tedesca, spagnola, francese e italiana sulla cheratoplastica.

Ci sono stati 41 corsi di aggiornamento selezionati da un gruppo di 68 sottoposti entro le regolari scadenze.

Il programma scientifico della Società Oftalmologica Italiana è l’unico certificato ISO 9000 da ormai 10 anni.