Campagna di prevenzione e cura dell’occhio secco

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Lucio Buratto parla della Sindrome dell'occhio secco

Guarda l'intervista a Lucio Buratto sulla Sindrome dell'occhio secco https://youtu.be/tDuLlZfB9OA

Con il patrocinio della Società Oftalmologica Italiana (SOI), del Comune di Milano, dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Sette Laghi della Regione Lombardia, dell’Università degli Studi dell’Insubria, il Centro Italiano Occhio Secco (CIOS) ha promosso dal 3 aprile la campagna della Prevenzione e della Cura della Sindrome dell’Occhio Secco (www.centroitalianoocchiosecco.it), una patologia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente definito “tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna”. La campagna nazionale di screening gratuiti promossa dal CIOS, la prima struttura completamente dedicata alla cura di questa patologia, è sostenuta e promossa anche da altri centri di eccellenza di Catania, Napoli, Roma, Varese. L’occhio secco in Italia colpisce il 90% delle donne in menopausa e il 25% della popolazione over 50. Fra le cause acquisite dell’occhio secco, sta assumendo un ruolo sempre più importante, soprattutto fra adolescenti e bambini, l’utilizzo troppo assiduo di smartphone, tablet e computer.

Bambini e adolescenti

Un bambino su cinque in Italia prende contatto con cellulari e tablet nel primo anno di vita. Fra 3 e 5 anni di età, l’80% è in grado di usare il telefonino di mamma e papà. Questi i dati in sintesi di un grande studio realizzato dal Centro per la Salute del Bambino di Trieste in collaborazione con l’Associazione culturale Pediatri. Un’altra grande indagine realizzata fra gli adolescenti dal “Net Children Go Mobile” dell’Università Cattolica di Milano, ha dimostrato che oltre il 50% tiene il cellulare acceso giorno e notte, e già a 9-10 anni il 26% ha un proprio computer portatile, l’11% uno smartphone e il 4% un tablet personale. L’American Academy of Pediatrics ha lanciato subito un allarme: l’uso prolungato e indifferenziato di smartphone o tablet può causare l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco nei bambini. L’utilizzo prolungato di smartphone, tablet, computer o TV può provocare la sindrome dell’occhio secco in quanto durante queste attività i nostri occhi, e quelli dei più piccoli, tendono a sbattere le palpebre molto meno frequentemente del normale, generando un’eccessiva evaporazione ed una ridotta produzione del liquido lacrimale. Secondo studi adeguati si è dimostrato che l’occhio normalmente sbatte le palpebre quindici volte al minuto, ma se sottoposto a una visione prolungata con le nuove tecnologie digitali l’occhio sbatte la metà delle volte necessarie. L’occhio, inoltre, tende a stancarsi a causa del continuo sforzo accomodativo a cui viene sottoposto, dovuto alla distanza troppo ravvicinata a cui vengono tenuti questi device. La soluzione per i più piccoli c’è ed è molto semplice: limitare l’uso di questi strumenti ad un massimo di mezz’ora al giorno e preferire ad essi attività ricreative alternative e più stimolanti, possibilmente all’aperto. Insegnate ai bambini di fare comunque pause regolari nell’uso di questi dispositivi. Vale la regola suggerita dalla Società americana di oftalmologia del “20-20-20”: cioè ogni 20 minuti di uso di PC o tablet fare una pausa di 20 secondi e focalizzare lo sguardo su un punto a 20 piedi (circa sei metri) di distanza.

Epidemiologia e costi sociali

Pur non essendoci dati epidemiologici accertati, anche il nostro Paese rileva numeri allarmanti: ne soffre il 90% delle donne in menopausa e il 25% della popolazione over 50. Sottovalutata e purtroppo anche sottostimata, questa sindrome ha costi sociali preoccupanti perché limita la vita sociale e professionale per coloro che si trovano in condizione di doversi curare in maniera cronica mediante colliri, unguenti e pomate piuttosto costosi ed ancora oggi quasi per nulla sostenuti dal Sistema sanitario nazionale, per cui a pieno carico dei malati. Una patologia così diffusa e in espansione come la sindrome dell’occhio secco preoccupa anche per i costi sociali e sanitari che la popolazione deve sostenere. Uno studio americano (Yu J, Asche CV, Fairchild CJ. The economic burden of dry eye disease in the United States: A decision tree analysis. Cornea 2011) ha rilevato che il costo annuale di questa patologia supera i tre miliardi di dollari, e che arriva a 55 miliardi se vengono conteggiati anche i costi indiretti per la mancata produttività dei pazienti. Si toccano i settecento dollari annuali per singolo paziente. Uno degli studi più interessanti sul costo economico della sindrome dell’occhio secco in Europa è stato condotto nel 2006 ed ha coinvolto specialisti di Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia e Inghilterra. Il costo annuale quantificato dallo studio è risultato essere maggiore in Inghilterra (1100 dollari per paziente) rispetto a Spagna (800), Italia (600), Germania (500), Svezia (400), Francia (300), probabilmente a causa del diverso costo dei farmaci utilizzati.