L’ OCT, dalla sua introduzione negli anni 90, è diventato uno strumento utile e indispensabile nella pratica oculistica di tutti i giorniper la diagnosi ed il follow-up di numerose patologie oculari.
Il giovane oculista, decidendo di avviare un’attività privata, deve pensare immediatamente all’utilità tecnica e clinica di questa tecnologia, adeguandosi all’evoluzione che l’OCT ha introdotto.
L’ OCT rappresenta attualmente una parte indispensabile dell’esame di tutte le patologie che formano la base di ogni pratica. Retinopatia diabetica, degenerazione maculare legata all’età e glaucoma non sono soltanto i casi più frequenti con cui ci si confronta ogni giorno, ma il giovane oculista deve prevedere che, in ragione dell’aumento delle aspettative di vita e dell’epidemia esplosiva del diabete nei Paesi sviluppati, queste malattie prenderanno un posto ancora più importante.
Dati recenti mostrano che nel 2050 l’invecchiamento della popolazione e l’aumento statistico di retinopatia diabetica e di miopia più che raddoppieranno.
Il paziente moderno è ben informato dalla televisione e da internet sull’evoluzione della diagnostica oculare e sulle nuove terapie.
Il posto dello strumento OCT, vicino alla lampada a fessura, è ormai indispensabile in ogni studio oculistico. La domanda più importante che ci si pone è: anche l’angiografia OCT prenderà un’importanza maggiore?
Il problema che si pone al giovane oculista è di decidere se acquistare uno degli strumenti più semplici, che sono sempre eccellenti nella pratica quotidiana, oppure pensare allo sviluppo della clientela e prevedere uno strumento OCT che potrà essere aggiornato con un salto di qualità a strumento di angiografia OCT.
OCT: usato o in leasing
Lo strumento OCT di base è già necessario e indispensabile e può anche essere acquistato usato o in leasing.
In assenza dell’OCT il giovane oculista indirizzerà una parte importante della sua clientela a un centro di diagnostica per immagini oppure ad un collega più esperto, con il rischio che il paziente decida poi di ritornare dall’esperto e dunque di perdita di clientela.
Possedere nel proprio studio un OCT modifica completamente il rapporto con il paziente. Dopo aver descritto la malattia retinica o del nervo ottico, è importante mostrare al paziente le alterazioni visibili sul b-scan.
Ciò gli fa ben comprendere la sua malattia con una conseguente maggiore attenzione alla propria cura. Per quanto riguarda il glaucoma, il paziente capirà benissimo l’importanza dello spessore delle fibre nervose e delle cellule ganglionari, ed apprezzerà di essere curato in modo moderno, più completo e preciso.
Il mio consiglio al giovane oculista, dunque, è di offrire al paziente, fin dall’inizio della sua attività, la possibilità di poter effettuare l’esame OCT nel proprio studio, dandogli così anche un’immagine di modernità e di adeguatezza al presente.
Nelle giornate del 14 e 15 dicembre prossime, presso l’Hotel Ergife di Roma, si svolgerà la sesta edizione del "Congresso Internazionale di Angiografia OCT e Progressi in OCT”, evento che rappresenta la più grande riunione mondiale di ricercatori, clinici, scienziati, ingegneri nel campo della diagnostica oculare per immagini.
Per i giovani oculisti, e per tutti gli oculisti in generale, questo incontro offre l’opportunità di avvicinarsi e approfondire la nuova tecnica e capire i reali benefici che la sua introduzione può portare al paziente e nella quotidianità della loro pratica.