Presentato a Durban l’atlante della visione dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB)

2853
atlante della visione

È un’enorme platea silenziosa di persone: sono gli ipovedenti, ben 246 milioni nel mondo e più di 1,2 milioni solo in Italia. Vedono pochissimo e sono spesso invisibili, ma ora c’è una mappa che almeno li rende visibili sotto il profilo della presenza percentuale in ogni Paese del mondo. È stato presentato il 27 ottobre a Durban, in Sud Africa, l’Atlante della Visione della IAPB: fornisce anche per l’Italia l’incidenza degli ipovedenti (una prevalenza dello 0,9% sulla popolazione) e la relativa fascia d’appartenenza. L’occasione è stata quella dell’Assemblea generale dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità.
Solo il Giappone riesce ad avere un’incidenza d’ipovedenti bassissima (0,4%, pari a oltre 1,3 milioni di persone). La maggior parte dell’Europa, ad eccezione dei Paesi dell’Est, si attesta invece tra lo 0,5 e l’1% della popolazione.
Globalmente la presenza più alta d’ipovedenti si registra nell’Asia meridionale (India, Pakistan, Afghanistan…) e nell’Africa centro-settentrionale (Egitto, Marocco, Mali, Niger, Somalia, Etiopia…). Nel subcontinente indiano, poi, si tocca un numero record: oltre 58,5 milioni su una popolazione che supera 1,2 miliardi. Anche in Cina ce n’è un numero molto elevato (quasi 32 milioni d’ipovedenti), pur essendo la loro prevalenza circa un terzo di quella indiana (2,3% contro il 6,7%).
Nei Paesi mediterranei il panorama è variegato. Prendiamo, ad esempio, la Turchia: ha un’incidenza del 3,1%, mentre il numero assoluto degli ipovedenti sfiora gli 1,8 milioni. Il record negativo appartiene all’Egitto nel Mare Nostrum: con l’8,8% della popolazione, conta più di 5,2 milioni d’ipovedenti.
Ci si può chiedere quali siano le cause principali di cecità e ipovisione nel mondo (285 milioni di persone sono considerate disabili visivi). Secondo l’Oms all’origine dell’ipovisione, in un caso su due, c’è la cataratta (spesso reversibile grazie a un’operazione chirurgica, ma nei Paesi in via di sviluppo spesso non ci sono i mezzi per effettuarla); anche il glaucoma (9%) e la degenerazione maculare legata all’età (AMD, 6%) possono provocare seri danni visivi.
Il glaucoma può causare un restringimento progressivo del campo visivo, mentre l’AMD può provocare la perdita della visione centrale. Anche la retinopatia diabetica è una causa importante di disabilità visiva, soprattutto in età lavorativa: può essere prevenuta mediante un corretto controllo del diabete a livello sistemico (mantenendo la glicemia nella norma) ed effettuando controlli oculistici periodici.2