Viene inviato all’osservazione del nostro reparto un paziente di anni 58 nel maggio 2021, il quale si era rivolto al suo oculista curante per riduzione della funzione visiva in occhio destro da oltre 30 giorni.
Anamnesi
Nessun precedente particolare dal punto di vista oftalmologico, da quello sistemico, invece, da rilevare carcinoma renale nell’ottobre 2007.
Quadro clinico
OO segmento anteriore nella norma – visusOD 3/10 non migliorabili, OSvisus 9 – 10/10 con correzione; OOtono 15 mmHg; in midriasi OO cristallino trasparente.
ODfundus: formazione della corioretina non pigmentata del settore nasale superiore a margini irregolari discretamente netti associata a distacco di retina essudativo che in posizione supina coinvolge l’area maculare.
OSfundus: nella norma (figura 1-2).
Viene eseguita ecografia A scan con spessore di 3,68 mm a reflettività interna media crescente verso la sclera.
L’ecografia B scan che mette in evidenza uno spessore totale di 4,62 mm.
Viene eseguito OCT che mette in evidenza un profilo corioretinico molto irregolare in corrispondenza della lesione (figura 4).
Viene eseguita angiografia completa: fluoroangiografia e ICG (fig. 5) che conferma la unicità della lesione della corioretina.
Diagnosi
La diagnosi è stata di sospetta lesione di localizzazione secondaria.
Viene richiesta esecuzione esami sistemici di stadiazione: TAC total body com m.d.c. e marcatori tumorali.
La TAC evidenzia tre noduli polmonari nel lobo superiore e inferiore destro.
Viene eseguita biopsia per la determinazione istologica: la diagnosi definitiva è di localizzazione secondaria di carcinoma renale a cellule chiare.
Questo conferma il sospetto iniziale di localizzazione secondaria coroideale.
La diagnosi clinica si fonda su tre elementi principali: l’aspetto oftalmoscopico (associato alla non pigmentazione della lesione), l’aspetto ecografico in A scan e soprattutto l’aspetto del profilo corioretinico in OCT.
Il paziente viene sottoposto a radioterapia ab esterno su tutto l’ambito della corioretina in 5 frazioni (20Gy totale) e sottoposto a terapia sistemica.
Conclusioni
La localizzazione secondaria da neoplasia sistemica è un evento raro anche se negli ultimi 10 anni risulta più frequente grazie alla terapia sistemiche che hanno migliorato sensibilmente il follow-up del paziente oncologico.
Certamente una localizzazione secondaria a livello oculare dopo 14 anni dal tumore primitivo, e in particolare da un carcinoma renale, è un evento molto raro.
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