Intervista a Antonio Moramarco, Professore associato - Eye Clinic, Santa Maria delle Croci Hospital, Ravenna, Italy. DIMEC, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Italy
1.
Come possiamo sfatare il mito che “le lenti a contatto sono pericolose” e quali sono i reali benefici clinici delle lenti a contatto, anche in ambito terapeutico, nel migliorare la qualità di vita dei pazienti?
È fondamentale basarsi su evidenze scientifiche che dimostrano come le lenti a contatto, se correttamente prescritte e gestite, siano strumenti sicuri ed efficaci. La chiave sta nella selezione adeguata dei pazienti, nella corretta istruzione sull’igiene e sull’uso, e nel monitoraggio periodico. Le lenti a contatto offrono numerosi benefici, tra cui la correzione visiva senza alterare l’estetica, l’elasticità nelle attività sportive e di svago, e il supporto terapeutico in condizioni come cheratocono, ectasie o rigidità ortocheratologica. Associando un corretto approccio clinico a tecnologie innovative, è possibile migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti, riducendo i rischi e ottimizzando i benefici.
2.
L’occhio secco è una delle condizioni più diffuse oggi: nei portatori di lenti a contatto come influisce questa problematica?
L’occhio secco rappresenta una delle principali cause di abbandono o di complicanze nei portatori di lenti a contatto. La presenza di disfunzioni dello stato lacrimale o alterazioni della superficie oculare può aumentare sensibilità, discomfort e rischio di infezioni. Tuttavia, con un’attenta selezione dei materiali, l’uso di lenti a basso rischio di secchezza e adeguate strategie di gestione, come lubrificanti oculari e pause d’uso, è possibile ridurre gli effetti negativi. La collaborazione tra oculista e contattologo permette di personalizzare il trattamento e promuovere un’esperienza più confortevole e sicura.
3.
Quanto è importante la sinergia tra contattologo e oculista in questo percorso?
La sinergia tra contattologo e oculista è imprescindibile per garantire la massima sicurezza ed efficacia del trattamento con lenti a contatto. L’oculista fornisce una valutazione complessiva della salute oculare e diagnostica eventuali patologie che potrebbero controindicare l’uso delle lenti o richiedere un trattamento specifico. Il contattologo, invece, si occupa della corretta scelta del tipo di lente, della gestione quotidiana e del follow-up. Collaborare strettamente permette di intervenire tempestivamente in caso di complicanze, adattare le soluzioni alle esigenze individuali e promuovere un uso ottimale delle lenti, migliorando così la soddisfazione e la sicurezza del paziente.
Intervista a Pietro Gheller, Docente di Contattologia, Università di Padova e Istituto Zaccagnini
1.
Comfort e sicurezza sono due parole chiave: in che modo le soluzioni di manutenzione moderne stanno contribuendo a rendere l’esperienza con le lenti a contatto sempre più positiva, anche nei soggetti con occhio secco?
Negli ultimi quindici anni le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto hanno subito un’evoluzione significativa. In passato si utilizzavano soluzioni uniche piuttosto semplici, oggi invece parliamo di Multi-Purpose Disinfection Solutions (MPDS), che incorporano sistemi disinfettanti multipli e principi attivi più sofisticati. Questo cambiamento non è stato dettato solo dalla tecnologia, ma anche da normative e richieste della comunità scientifica internazionale.
Le nuove soluzioni garantiscono quindi una maggiore efficacia igienico-sanitaria, offrendo un ambiente più sicuro per la lente e, di conseguenza, per l’occhio. Ciò risulta particolarmente rilevante per chi manifesta sintomatologia di occhio secco: mantenere la lente pulita e idratata consente di ridurre i disagi e di preservare il comfort per tutta la durata del porto.
2.
I materiali delle lenti a contatto si sono evoluti in modo sorprendente: quali caratteristiche tecnologiche oggi fanno davvero la differenza per chi desidera indossarle a lungo senza discomfort?
Parallelamente, anche i materiali delle lenti a contatto hanno conosciuto una trasformazione profonda. I moderni polimeri sono progettati in modo da garantire un’elevata permeabilità all’ossigeno e le più recenti innovazioni tecnologiche permettono una elevata idratazione di superficie. Questo significa che il film lacrimale resta più stabile, riducendo la sensazione di secchezza o attrito anche in condizioni ambientali sfavorevoli, come uffici climatizzati o uso prolungato di videoterminali. Le nuove tecnologie consentono quindi a molti portatori di raggiungere anche 15 ore di utilizzo confortevole, senza compromettere la salute oculare. Quando si parla di sindrome dell’occhio secco in senso clinico, infatti, ci si riferisce a una condizione che richiede trattamenti specifici e che potrebbe limitare l’impiego delle lenti. Molte sintomatologie di occhio secco nei portatori di lenti a contatto sono da attribuire ad una instabilità lacrimale legata all'uso della lente in determinati ambienti. Quindi un fastidio come sensazione di occhio secco o fastidio alla lente sono legati a fattori esterni che influenzano la normale distribuzione del film lacrimale sulla superficie della lente (aria condizionata, inquinamento, uso prolungato del computer). In questi casi, le moderne lenti a contatto, grazie a materiali idratanti e polimeri di nuova generazione, sono in grado di stabilizzare il film lacrimale e ridurre l’attrito palpebra-lente, compensando con successo questa delicatezza e garantendo un porto confortevole anche in condizioni critiche.
3.
In quale misura la collaborazione con l’oculista può rafforzare i risultati per il paziente?
Oggi la relazione tra ottico e oculista è molto più sinergica rispetto al passato: l’oculista gestisce gli aspetti clinici e farmacologici, mentre il contattologo, attraverso test specifici e competenze applicative, individua il materiale e il design di lente più adatto al singolo paziente.
Questa integrazione delle competenze permette non solo un porto confortevole, ma soprattutto un approccio personalizzato e sicuro per chi presenta sintomatologia di occhio secco. In tal modo, il paziente può continuare a beneficiare delle lenti a contatto in condizioni di piena sicurezza e con una qualità visiva ottimale.
Tutti i contenuti di questa intervista sono di proprietà dei professori intervistati e riflettono la loro esperienza e conoscenza nel settore.
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