Congiuntiviti allergiche sempre più diffuse tra la popolazione: sintomi, cause e trattamenti

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Congiuntiviti allergiche

“Diverse condizioni che causano arrossamento congiuntivale possono essere confuse con forme di congiuntivite allergica. Tra le cause più comuni alterazioni del film lacrimale, blefariti, congiuntiviti da chlamydia o semplicemente effetti tossici dei colliri utilizzati”

Le allergie oculari, o congiuntiviti allergiche, sono una condizione diffusa (si stima ne sia colpito oltre il 30% della popolazione) che si verifica nel momento in cui gli occhi reagiscono ad agenti irritanti, gli allergeni. La congiuntivite allergica risulta essere una tra le più frequenti manifestazioni di ipersensibilità a livello oculare, la quale si traduce nel rilascio di una sostanza chiamata istamina, utilizzata per contrastare proprio gli allergeni. Le palpebre e la congiuntiva - la membrana che riveste l’interno delle palpebre e il bulbo oculare - quando entrano a contatto con le sostanze irritanti, diventano rosse e gonfie, presentano lacrimazione insistente, bruciore e prurito. Ciò si verifica anche grazie alla conformazione anatomica dell’occhio, poiché la congiuntiva è una mucosa esposta all’ambiente esterno e quindi soggetta alle sollecitazioni dello stesso, in maniera particolare a pollini e acari, a causa dei quali possono innescarsi processi infiammatori acuti.
I quadri clinici che caratterizzano le congiuntiviti allergiche sono estremamente variabili e diversificati: si va dalle comuni forme stagionali IgE mediate, prevalentemente associate a rinite, a quadri più rari ma al contempo di maggiore gravità in termini di sintomatologia e possibili complicanze, quali la cheratocongiuntivite atopica (AKC) e la cheratocongiuntivite Vernal (VKC).
“Diverse condizioni che causano arrossamento congiuntivale possono essere confuse con forme di congiuntivite allergica. Tra le cause più comuni alterazioni del film lacrimale, blefariti, congiuntiviti da chlamydia o semplicemente effetti tossici dei colliri utilizzati”, ci conferma il professor Stefano Bonini, docente di oftalmologia e malattie dell’apparato visivo presso l’università Campus Bio-Medico di Roma.

Forme cronica e acuta

La congiuntivite allergica si manifesta prettamente in due condizioni: acuta e cronica.
La forma allergica acuta consiste in una reazione orticarioide scatenata dall’ingresso con successivo accumulo di una considerevole quantità di allergene nel sacco congiuntivale. Il processo infiammatorio si contraddistingue da un esordio acuto che provoca edema congiuntivale e palpebrale, con i sintomi tipici che nella maggior parte dei casi si attenuano in maniera del tutto spontanea senza l’esigenza di ricorrere a terapie specifiche.
La forma cronica della congiuntivite allergica, invece, si manifesta con una minore irruenza della sintomatologia che persiste però per lunghi periodi di tempo; elementi caratteristici sono lo sviluppo di un’anomala sensibilità con reazione tossica verso svariate sostanze che contengono l’allergene, spesso difficili da individuare.
I sintomi del processo cronico sono maggiormente diffusi e includono prurito, iperemia ed un’irritazione oculare persistente e fastidiosa, gonfiore delle palpebre, a cui si aggiungono lacrimazione copiosa e spesso anche fotofobia marcata. Reazioni papillari o follicolari accompagnate da lievi iperemie insorgono a livello congiuntivale con possibili manifestazioni di cheratite epiteliale puntata e dermatite palpebrale.
“Si è visto però che molte forme che nascono come stagionali tendono, nel corso degli anni, a divenire croniche. In pratica, tanto più è intensa e meno controllata l’infiammazione tanto più facilmente si tende alla cronicizzazione” sottolinea il professor Bonini.
L’identificazione dell’allergene scatenante la patologia deve essere immediatamente seguita da una sua eliminazione e se questo non risulta possibile si facilita la riduzione dei sintomi impiegando in maniera congiunta un collirio vasocostrittore unitamente ad uno antistaminico, grazie ai quali si giunge, generalmente, ad una remissione dei sintomi.
Alcune forme di congiuntivite allergica sono caratterizzate da una sintomatologia prettamente localizzata nel bulbo oculare, il che rende particolarmente complessa l’individuazione dell’agente causa dell’infiammazione. Si tratta di casistiche in cui persino i test allergometrici cutanei potrebbero rivelare erroneamente esito negativo. A tal proposito sono stati elaborati speciali test, basati su prelievi sanguigni, che permettono di identificare con precisione l’allergene responsabile della reazione allergica (pollini, acari della polvere, ecc.) pianificando una strategia di cura mirata.

Cause scatenanti

La congiuntivite allergica, come accennato poc’anzi, si verifica nel momento in cui si scatena una reazione anomala del sistema immunitario verso agenti normalmente innocui, gli allergeni appunto. Quando una sostanza allergenica viene a contatto con l’occhio, si verifica il rilascio di istamina da parte di specifiche cellule oculari denominate mastociti, con l’intento di combattere l’allergene presente. L’innesco di questa reazione va a determinare la sintomatologia tipica del fenomeno allergico, cioè prurito, rossore dell’occhio e lacrimazione.
Gli allergeni più comuni presenti in aria sono polvere, peli di animali, fumo o muffe e la patologia oculare allergica correlata si configura come risposta incontrollata dell’organismo a questa presenza sia in aree chiuse che aperte. In particolare, il polline e le sostanze liberate dalla fioritura degli alberi determinano le cosiddette allergie stagionali (quasi sempre forme di rinocongiuntiviti).
La congiuntivite può essere, altresì, causata da molteplici sostanze contenute in prodotti farmaceutici, di profumeria e cosmetica. Alcune volte può accadere che la reazione allergica avvenga nonostante non si verifichi un contatto vero e proprio dell’allergene con l’occhio, soprattutto nel caso di sostanze contenute nei cibi o per le punture di insetti.
L’allergia oculare può anche avere carattere ereditario, con probabilità crescente di sviluppo se la patologia affligge entrambi i membri della coppia di genitori.

Diagnosi

La prescrizione di un trattamento adeguato da parte dell’oculista passa attraverso una corretta comprensione della sintomatologia manifestata dal paziente. La diagnosi avviene mediante normale visita oculistica e non presenta particolari difficoltà purché vi sia uno scrupoloso esame della storia clinica pregressa del paziente.
L’oftalmologo effettua l’esame per individuare l’allergia oculare attraverso un microscopio con lampada a fessura, con il quale riesce a valutare la presenza di segni caratteristici come l’aumento di diametro dei vasi sanguigni a livello oculare.
Effettuata l’anamnesi del paziente ed in base alla presenza di sintomi e segni tipici delle congiuntiviti allergiche, lo specialista può optare per l’esecuzione di alcuni test di laboratorio, tra cui:
test di provocazione congiuntivale, il quale viene eseguito ponendo a contatto della congiuntiva una dose minima dell’allergene sospetto, il quale risulta individuato qualora si presentino arrossamento e bruciore;
esame del liquido lacrimale, attraverso cui è possibile identificare le IgE specifiche dirette contro un particolare allergene.
Se la patologia allergica è contraddistinta da una certa gravità il professionista deve effettuare la prescrizione di un test mirato ad individuare gli eosinofili, tipologia specifica di globuli bianchi presente nel bulbo oculare nel momento in cui si manifesta la reazione allergica. Una ridotta porzione della congiuntiva viene raschiata e si esamina il tessuto prelevato per valutare l’eventuale presenza di eosinofili su di esso.

Accorgimenti e precauzioni

È di fondamentale importanza nel trattamento della congiuntivite allergica l’individuazione della sostanza da evitare attraverso test cutanei o esami del sangue che permettano di comprendere la natura del problema e di isolare lo specifico allergene. Una volta individuato l’allergene, il medico oculista suggerisce al paziente alcune pratiche da mettere subito in atto volte a limitare l’interazione con la sostanza incriminata.
Evitare il contatto è sicuramente la strategia più immediata ed efficace se si soffre di allergia al polline, dunque è buona regola prevenire lo scatenarsi della reazione allergica non recandosi all’aperto in quei momenti della giornata caratterizzati da un’elevata concentrazione di pollini (metà mattina, primo pomeriggio e quando c’è vento). Utilizzare gli occhiali da vista o da sole può rappresentare un primo dispositivo di protezione dall’allergia in quanto si impedisce una penetrazione diretta dell’allergene negli occhi. Precauzione facilmente applicabile per limitare al minimo l’irritazione oculare riguarda l’impiego di condizionatori all’interno delle abitazioni mantenendo le finestre chiuse per evitare l’ingresso degli allergeni presenti in aria. Gli apparecchi di condizionamento dell’aria devono subire inoltre una scrupolosa manutenzione in quanto una loro mancata pulizia conduce al ricircolo degli allergeni in casa.
Le allergie causate dalla muffa sono strettamente correlate all’umidità, dunque è necessario l’utilizzo di apparecchi deumidificanti per evitare innalzamenti del livello di vapore acqueo in aria.
Se l’allergene che scatena la congiuntivite è rappresentato dalla polvere bisogna adottare tutte quelle contromisure atte a limitare la presenza di acari in casa. La pulizia della pavimentazione di casa deve essere effettuata impiegando panni umidi con potere di catturare le sostanze allergeniche; i panni asciutti e le scope sono scarsamente consigliate per adempiere a questa funzione protettiva.
La fonte allergenica può anche provenire dagli animali, i quali devono essere tenuti fuori dall’abitazione per evitare diffusione di sostanze irritanti soprattutto negli ambienti in cui si dorme. La presenza della moquette in casa rappresenta un punto debole rispetto al problema allergico, poiché contribuisce in maniera sensibile all’accumulo della forfora prodotta dall’animale; si consiglia dunque la posa delle piastrelle o di parquet per evitare questo sgradevole fenomeno. Dal punto di vista dell’igiene personale bisogna effettuare frequenti lavaggi delle mani e degli abiti che vengono a contatto con i peli dell’animale, stando attenti a non strofinare gli occhi per prevenire lo scatenarsi di irritazioni oculari.

Trattamenti farmacologici

I decongestionanti sono disponibili in forma di collirio semplice o in associazione con antistaminici, senza obbligo di prescrizione medica, agiscono riducendo l’arrossamento degli occhi alleviandone il prurito. Tale tipologia di farmaco non deve essere impiegata per più di due o tre giorni, per evitare, sul lungo termine, il sopraggiungere di segni di irritazione.
Antistaminici e stabilizzatori delle mast-cellule
È una tipologia di gocce oculari contenente una molecola antistaminica in grado di alleviare la sensazione di prurito ed un’altra molecola con funzione stabilizzante dei mastociti, fornendo un valido supporto per la prevenzione delle allergie oculari. La posologia prevede due applicazioni di collirio nell’arco delle 24 ore per ridurre i sintomi allergici caratteristici, quali bruciore, lacrimazione e prurito nelle zone oculari.
Corticosteroidi
I colliri a base di cortisone, poi, possono contribuire a ridurre i sintomi cronici delle congiuntiviti allergiche, come prurito intenso, arrossamento marcato e gonfiore, anche se bisogna evitare lunghi periodi di assunzione a causa dei possibili effetti collaterali.
L’impiego delle lacrime artificiali determina, invece, un sollievo temporaneo della sintomatologia, poiché si verifica l’allontanamento degli allergeni dall’occhio, oltre al contrasto di secchezza e irritazione degli occhi, per via dell’effetto idratante che le stesse hanno sulla superficie oculare. Le lacrime artificiali sono acquistabili senza obbligo di prescrizione medica, e non mostrando effetti collaterali possono essere utilizzate in tutta tranquillità.
Va ribadito che in alcuni specifici casi al trattamento locale si rende indispensabile, sempre previa indicazione di uno specialista, associare una terapia sistemica a base di farmaci antistaminici o corticosteroidi.

Immunoterapia con iniezioni

La soluzione immunoterapica può risultare una valida opzione per il trattamento delle forme di congiuntivite allergica, seppure gli esiti non siano affatto scontati.
Somministrando dosi estremamente ridotte di allergeni, attuando una progressione via via maggiore, si induce l’organismo a sviluppare una sorta di immunità verso tali sostanze, rendendole quindi tollerabili.
Ovviamente spetta allo specialista l’individuazione della soluzione di cura maggiormente appropriata per ogni specifico caso.
Come ci spiega il professor Bonini: “Non esiste un gold standard per il trattamento delle forme allergiche oculari. La terapia dipende dalla gravità della forma ed il trattamento è estremamente dinamico e variabile con l’andamento della condizione clinica”.
E a proposito degli effetti collaterali ribadisce: “I maggiori effetti collaterali che dobbiamo considerare sono quelli causati dall’uso prolungato di cortisone. In alcune forme gravi di allergia congiuntivale un glaucoma da cortisone è stato riscontrato nel 2% dei casi. Molti dei comuni antiallergici non hanno l’efficacia del cortisone e spesso non riescono a controllare la sintomatologia delle allergie oculari gravi”.
Una nuova, e promettente, frontiera farmacologica per il trattamento della sintomatologia connessa alle congiuntiviti allergiche potrebbe essere rappresentata dai prodotti a base di fitocannabinoidi.
Al riguardo il professor Bonini si mostra cauto: “Trattandosi di malattie multifattoriali è difficile poter rispondere fino a che non ci saranno risultati documentati. Esistono però dei nuovi preparati promettenti che presto saranno disponibili anche in Italia. Le ricerche sono orientate a controllare o deviare la risposta immune, ed a considerare il ruolo degli ormoni sessuali e dei neuromediatori sulla superficie oculare”.

Stefano Bonini
Vincenzo Marra